"E allora vieni avanti, disse la
voce di Tadeus, ormai la casa la conosci. Chiusi la porta alle mie spalle e
avanzai per il corridoio. Il corridoio era al buio, e inciampai in un mucchio
di cose che caddero per terra. Mi fermai a raccogliere quel che avevo sparso
sul pavimento: libri, un giocattolo di legno di quelli che si comprano nelle
fiere, un gallo di Barcelos, la statuetta di un santo, un frate delle Caldas
con un sesso enorme che faceva capolino fuori dalla tonaca. Inciampare è la tua
specialitá, sentii che diceva la voce di Tadeus dall´altra stanza. E la tua
collezionnare spazzatura, replicai io, sei senza un soldo e compri frati col
cazzo di fuori, quand´è che metti la testa a posto, Tadeus ? Sentii una grande
risata, poi Tadeus apparce nel vano della porta, controluce. Vieni avanti
timidino, disse lui, questa è la mia casa di sempre, qui ci hai mangiato, ci
hai dormito, ci hai scopato, stai facendo finta di non riconoscerla? Neanche
per idea, protestai, sono venuto chiarire cosette, sei morto senza dirmi
niente, sonno anni che mi ci sto rodendo, ora è venuto il momento di sapere,
sono libero oggi, sto vivendo una libertá extrema, davvero, mi sono persino
perduto il SuperrEgo, è scaduto come il latte, per davvero, sono libero e
liberato, è per questo che sto qui."
in Requiem, António Tabuchi, Giangiacomo Feltrinelli, Editore Milano.